Siamo tutti più poveri, oggi. Noi, che nelle faccende di club culture diamo tutto un po’ per scontato: che questa cultura nel bene o nel male sia riconosciuta (e amata da molti), che esista un circuito mondiale forte e sostanzialmente ben strutturato, che la faccenda di mettere a tempo e mixare sensatamente due dischi sia una banalità, uno standard minimo (con gli aiuti della tecnologia, poi…). Non è sempre stato così. Tutt’altro. Bisognerebbe tornare indietro al tempo in cui voler essere un dj, uno di quelli che non solo accompagna i giradischi sul piatto ma che mescolando due tracce crea un flusso, un discorso artistico, una scintilla creativa emozionale ed emozionante, ecco, bisognerebbe tornare indietro nel tempo in cui tutto questo era un’affare quasi da visionari. Bisognava avere coraggio. Bisognava avere originalità. Molta.
Certo: poteva anche esserci la sete per il divertimento, per le follie notturne, per fare le ore piccole, per incontrare e animare le vite di persone in cerca di gioia ed euforia; e poteva esserci la voglia di guadagnare qualcosa, da questa passione (soldi, prestigio sociale). Ma tutto questo arrivava dopo, molto dopo, negli anni dei pionieri: non ci fosse stata la voglia di sfidare se stessi, l’arte, di essere originali, di cantare (e suonare) fuori dal coro, tutte caratteristiche oggi ogni tanto un po’ latitanti, avremmo avuto molto meno di quello che abbiamo oggi (e anche un Soundwall, per dire, sarebbe meno interessante).
Marco Trani era uno di quelli che questa scintilla di lucida follia l’ha avuta, l’ha forgiata, l’ha portata in giro prima per l’Italia poi per il mondo. Quando era molto meno facile farlo. Quando se non avevi un’idea e accanto ad essa una passione quasi irrazionale (ma una meticolosità quasi razionale nel realizzarla) non saresti riuscito ad andare molto lontano. Marco Trani è venuto a mancare, per un’emorragia cerebrale. E, davvero, siamo tutti molto più poveri, quando una persona con questa biografia, con questa storia, con questa visionarietà in tempi non sospetti viene a mancare. Non metteremo qua la (lunga) serie di cenni biografici che potrebbe servire, per i più giovani o i più distratti, a ricostruire meglio la sua figura: andateveli a cercare. Poi, immaginatevi quanto dev’essere stato difficile e al tempo stesso esaltante ritrovarsi a fare, se non addirittura inventare, passaggi oggi quasi scontati ma un tempo invece davvero imprevedibili ed esaltanti di scoperta, innovazione, avventura. Nel farlo, tenetevi cara questa scintilla. Quella che auguriamo, a chiunque si cimenti con la club culture, di (ri)trovare ogni giorno, ogni singolo giorno.
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